Ecco una delle mie piante preferite: l'”assenzio selvatico”. Il suo aroma mi delizia e mi distende, e credo che sia una pianta ingiustamente ignorata. Appartiene allo stesso genere botanico di due sue “sorelle” più famose, l’Artemisia genipi e l’Artemisia absinthium (usate rispettivamente per il genepi e per l’assenzio), eppure sono in pochi ad apprezzarne le qualità, tra l’altro molto simili. Il nome del genere botanico deriva probabilmente da Artemide, dea della caccia, per l’uso in ginecologia che si faceva di queste piante. In antichità, l’Artemisia verlotiorum (spesso confusa con l’Artemisia vulgaris, con cui ne condivide molte virtù, eccezion fatta per il profumo, molto più debole in A. vulgaris) veniva utilizzata come talismano contro gli spiriti maligni e la fatica. Non vi nascondo che mi capita spesso di raccoglierne qualche foglia da mettere in tasca durante le mie passeggiate, mi fa sentire protetta, e poi mi piace così tanto il suo profumo… in fondo anche Plinio consigliava al viaggiatore di portarne sempre un ramo con se…
E’ una pianta fortemente aromatica. Le sue foglie somigliano a quelle dell’assenzio, ma sono di un color verde scuro sulla pagina superiore, mentre hanno tonalità argentee in quella inferiore.
Si tratta di un erba poco esigente che ben si adatta agli ambienti ruderali e ai luoghi abitati; capita spesso di scorgerla lungo le strade, e non di rado è una pianta che infesta le colture.
E’ una pianta molto aromatica che si presta per numerose preparazioni. Ottima cruda o cotta, è perfetta per aromatizzare un pesto o un dolce, ma io la preferisco fritta: è così croccante e gustosa! Anche le infiorescenze sono molto aromatiche e nel Medio Evo venivano utilizzate per aromatizzare la birra. Sia le foglie che i fiori possono essere impiegati per preparare liquori digestivi.
E’ una pianta in grado di regolarizzare il ciclo mestruale (emmenagoga). In tal caso si consiglia di mettere in infusione 20 g di sommità fiorite in 1 litro di vino bianco lasciando macerare per 10 giorni. Poi filtrare e di bere due bicchieri al giorno di questo infuso per tutta la settimana che precede il ciclo mestruale. In omeopatia è un rimedio per nevralgie, convulsioni dei bambini, profuse mestruazioni, contrazioni e spasmi uterini. Ma l’Artemisia è anche una pianta aperitiva e digestiva, per questo può essere un ingrediente ideale per la preparazione di liquori digestivi.
L’Artemisia cingeva la testa delle vergini e serviva ai Druidi per mettere in fuga gli spiriti maligni. Durante il Medioevo invece, entrava nella composizione di filtri efficaci a restituire la virilità: la tradizione voleva che se ne portasse sia una corona sulla testa, sia una ghirlanda intorno alla vita durante le danze davanti al fuoco di San Giovanni, e che poi la si gettasse nelle fiamme per essere immunizzati contro le malattie per tutto l’anno seguente. Infine, sappiate che è una pianta fondamentale della Moxa, termine inglese derivato dagli ideogrammi giapponesi Moe (bruciare) e Kusa (erba), ossia "erba che brucia". Si tratta di un'antica pratica terapeutica della medicina tradizionale cinese che permette la risoluzione di alcune patologie grazie al riscaldamento di aree cutanee specifiche situate lungo i punti dell'agopuntura e/o percorsi energetici.