Il nome di questa pianta ha molto a che fare con il suo aspetto ruvido e peloso, il termine ‘borra’ infatti, tradotto dal latino significa ‘ruvida stoffa di lana’. Molto amata nell’antichità, era un’erba immancabile nei giardini reali. Già in passato infatti, si usavano gli splendidi fiori di Borragine per decorare e colorare le pietanze. Le foglie erano invece cucinate e consumate come gli spinaci. Ancora oggi la Borragine è molto popolare; si coltiva facilmente negli orti, ma non di rado è possibile trovarla allo stato spontaneo. Come molte piante della stessa famiglia, in lei abbondano tannini e mucillagini che la rendono particolarmente utile per curare tosse, raffreddori e stati influenzali in generale. La presenza di sali minerali e nitrati poi, spiegano le notevoli proprietà diuretiche e depurative di questa pianta. In Piemonte, la regione in cui vivo, purtroppo in passato è stata raccolta con una certa avidità e non è facile trovarla allo stato spontaneo… eppure talvolta accade, e allora per me è un giorno di festa:)
E’ una pianta annuale alta 30-80 cm. Tutta la pianta è ricoperta di peli rigidi e i suoi fiori stellati sono veramente graziosi, di colore blu-violaceo. Fiorisce soprattutto in tarda primavera ed estate. Le sue foglie sono ovali e di misura variabile: medio grandi quelle più basse, strette e lunghe quelle apicali.
Ama il sole e i terreni asciutti. E’ facile scovarla in suoli con lieve pendenza perché non ama il ristagno d’acqua. Se la si lascia andare a seme e il suo ambiente è adatto, sono certa che poco a poco si diffonderà e potrete garantirvi raccolti più che soddisfacenti.
Le giovani foglie sono quasi del tutto prive di peli e risultano commestibili anche crude; il loro gusto, piuttosto fresco, ricorda vagamente il cetriolo. Man mano che la pianta cresce si arma di peli che rendono necessaria la cottura. A quel punto potrete sbizzarrirvi con zuppe, ripieni e contorni di vario genere. I fiori sono talmente belli da rendere prezioso qualsiasi piatto a cui vengano aggiunti. Consiglio di metterli a testa in giù nelle forme del ghiaccio per ottenere dei cubetti colorati e originali. Se usata in tisana per un rimedio espettorante, emolliente o diuretico, consiglio di raccogliere la pianta intera poco prima della fioritura e di porla a seccare in un luogo areato e asciutto, meglio se appesa per contrastarne il facile annerimento dovuto all’abbondanza di succhi al suo interno. Le dosi sono di 5 g di pianta secca in infusione in 100 ml di acqua bollente per una decina di minuti. Alcuni studi hanno dimostrato che il succo fresco della pianta è particolarmente efficace nella cura delle affezioni renali. Le foglie bollite possono essere infine adoperate per cataplasmi per trattare ascessi e infiammazioni cutanee.
Come molte piante della stessa famiglia, in lei abbondano tannini e mucillagini che la rendono particolarmente utile per curare tosse, raffreddori e stati influenzali in generale. La presenza di sali minerali e nitrati poi, spiegano le notevoli proprietà diuretiche e depurative di questa pianta. Di recente si è scoperto che i semi di Borragine sono ricchi di acidi grassi essenziali coinvolti nei processi di detossificazione delle cellule. Tali sostanze sono poi cruciali per il corretto svolgimento di numerose funzioni metaboliche, ormonali, neurologiche.
Si dice che questa pianta abbia la capacità di favorire i sogni. Greci e Romani usavano mettere i fiori di Borragine a macerare nel vino per ottenere un elisir in grado di allontanare la tristezza.