E’ lei una delle regine dell’autunno e dell’inverno. Il freddo non la scoraggia, anzi! Man mano che le piante annuali scompaiono lei fa la sua comparsa. Parente dei cavoli, ha foglie vivacemente irregolari. Il suo sapore è delicato, ma quello che mi ha veramente sorpreso al primo assaggio di Calepina, è il sapore fantastico delle sue radici… consumate fritte sono una leccornia indicibile!
La pianta forma una rosetta basale di foglie più piccole al centro e più grandi e di portamento disordinato all’esterno. Fiorisce a febbraio con delicate infiorescenze bianche.
La si ritrova un po’ ovunque il terreno sia libero e smosso. Per questa ragione è più facile rinvenire la Calepina all’interno o nei pressi di zone agricole. Ma abbonda anche al margine di strade o campi. Quando presente, forma tappeti piuttosto folti.
Di questa pianta si utilizza ogni parte. Le foglie piccole e centrali sono ottime in misticanza, mentre le più grandi possono essere cotte come gli spinaci: appassite in padella con un po’ di olio, aglio e peperoncino, oppure sbollentate per renderle più delicate nel sapore. Le radici fritte, sbollentate e poi semplicemente infarinate, sono qualcosa di estremamente goloso.
Come tutte le piante appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae, la Calepina presenta notevoli proprietà nutritive e curative. Ricca di vitamine e sali minerali, ha notevoli effetti diuretici e disintossicanti.
L'aspetto che davvero mi incuriosisce e stupisce di questa pianta è che, nonostante la sua commestibilità sia accertata, il suo utilizzo in cucina è quasi del tutto sconosciuto. Eppure la sua presenza è talmente diffusa e abbondante che può veramente costituire un valido alimento.