Ieri ero a passeggio in un bosco intenta a raccogliere fiori di Primula. A passo lento, con lo sguardo basso sui fiori, ho risalito una collina e Improvvisamente è comparsa una radura… Lo spettacolo che si è aperto davanti ai miei occhi mi ha tolto il fiato, gli occhi lucidi dall’emozione. Ero di fronte alla più grande distesa di Polmonaria fiorita che avessi mai visto. Un tappeto viola toccante quasi quanto un campo di lavanda, ma tutto al naturale. In quella radura indisturbata la natura è libera di esprimersi senza interferenze, e incanta; persino i cinghiali qui sono stati discreti… peccato che sia sempre più arduo scoprire luoghi così intatti e la Polmonaria sia sempre più rara… comprenderete quindi la mia sorpresa. Lì in cima, in quella distesa di fiori, il tempo si è fermato. A riportarmi alla realtà il ronzio di alcuni bombi che volavano di fiore in fiore, eccitati dai primi doni di una Primavera alle porte. Ora, osservate bene questo fiore… Non vi ricorda qualcosa? La Borragine forse? In effetti siamo all’interno della stessa famiglia botanica, quella delle Borraginaceae. Ma la Polmonaria deve la sua notorietà non tanto al suo utilizzo in cucina, quanto al suo impiego in ambito medico per la cura delle affezioni delle vie respiratorie. Secondo un’antica dottrina Paracelsiana definita “Signatura”, il corpo umano poteva essere curato utilizzando le piante che apparivano simili all’organo malato. Nel caso specifico della Polmonaria, siccome le macchie presenti sulle foglie ricordano il tessuto polmonare infestato dai noduli tubercolari, questa pianta veniva utilizzata soprattutto nel trattamento della tubercolosi. L’aspetto curioso è che questa credenza è stata poi confermata da studi scientifici che ne hanno dimostrato la reale efficacia nel curare le affezioni polmonarie grazie alla presenza di acido salicilico e mucillagini.
E’ proprio difficile non riconoscere questa pianta perché tanti sono i suoi segni distintivi. Le macchie chiare sulle foglie, i peli molto sviluppati lungo tutta la pianta che la rendono quasi fastidiosa al tatto, e per finire i suoi deliziosi fiori che variano dal rosa al blu-violetto e ricordano la Borragine.
Ama i boschi di latifoglie e richiede terreni ricchi di sostanza organica.
Nonostante non sia di uso comune, la Polmonaria può essere consumata al pari della Borragine, ne ricorda anche il gusto. Le foglie sono molto gradevoli per contorni e ripieni, mentre i fiori, con il loro aspetto delicato sono perfetti per guarnire qualsiasi piatto.
Da sempre utilizzata per il trattamento delle malattie polmonarie, bronchiti e tosse, ha un’azione espettorante, emolliente e sudorifera. A tale scopo, si prepara un infuso con due cucchiai di pianta secca e tritata (foglie o cime) in una tazza di acqua bollente, da bere 3 volte al giorno. La pianta è anche ricca di vitamine A e C.
Il decotto delle sommità fiorite della Polmonaria può essere utilizzato per tingere di giallo-verde lana e cotone.