Fiorisce presto la Primula, a questo deve il suo nome. Non a caso ama il freddo primaverile e non è raro osservarla spuntare indenne tra la neve; così come ama i boschi e i terreni umidi. Non passa inosservata perché, a partire da febbraio, i suoi fiori incredibilmente belli e delicati spruzzano di giallo e allegria i boschi ancora silenti. Troppo spesso la Primula è stata raccolta in maniera selvaggia causandone una forte diminuzione allo stato spontaneo, pertanto vi raccomando di usare un po’ di giudizio: qualche foglia e fiore per pianta, questa è la regola generale del buon raccoglitore. Le giovani foglie sono sfiziose nelle misticanze, a cui donano un leggero sapore di anice; quelle più grandi invece, possono essere cotte brevemente e utilizzate per preparare creme e ripieni. Con i fiori potete sbizzarrirvi: oltre ad avere un sapore soave e delicato, decorano magnificamente qualsiasi piatto, dolce o salato che sia. Forse non lo sapete, ma questa pianta è particolarmente ricca di vitamina C e sali minerali. Purtroppo la Primula veris, la più curativa fra le Primule, da noi è quasi introvabile, ma anche la P. vulgaris è utile in fitoterapia. E’ infatti diuretica, espettorante, mucolitica, emolliente, antispasmodica e blandamente sedativa. Secondo una credenza popolare di fine ‘800, chi riesce a toccare con un mazzetto di Primule presso una roccia delle fate vedrà aprirsi davanti a lui la strada che lo condurrà al loro regno. Ma per riuscirvi, deve prima indovinare il numero delle Primule da adoperare per questo rito magico. In caso di errore sventure a volontà, quindi attenzione!
Nel periodo della fioritura è molto facile da riconoscere, perché i fiori, piuttosto grandi e riuniti in “mazzetti” sono di un colore giallo delicato che difficilmente passa inosservato in una stagione in cui dominano varie tonalità di marrone e verde scuro.
Cresce spontanea nei prati umidi, nei boschi, nei fossati e nei viottoli di campagna, talvolta anche prima del completo scioglimento della neve.
Le giovani foglie sono lievemente piccanti e sono sfiziose nelle misticanze, a cui donano un leggero sapore di anice; quelle più grandi invece, possono essere cotte brevemente e utilizzate per preparare creme e ripieni. Con i fiori avete l’imbarazzo della scelta perché possono decorare magnificamente qualsiasi piatto, dolce o salato che sia. Potete anche usarli per fare cubetti di ghiaccio floreali o candirli.
Ricca di vitamina C e sali minerali. A scopi curativi potete usare tutte le parti della pianta. Le radici, particolarmente efficaci per trattare tosse secca, bronchite ed asma, sono da cogliere preferibilmente prima della fioritura. Vista la scarsa diffusione delle Primule non amo estirparne le radici… fortunatamente la natura offre diverse alternative per curare la tosse! Consiglio invece un infuso calmante e blandamente antinfiammatorio da preparare con 1 cucchiaio di fiori secchi e tritati in una tazza di acqua bollente. Lasciate riposare l’infuso per un quarto d’ora, poi filtrate, strizzate bene i fiori e consumatelo tiepido, eventualmente addolcito con un poco di miele. L’effetto calmante e antinfiammatorio è dovuto principalmente a due enzimi contenuti nella pianta, la primaverina e la primulaverina.
La Primula può essere utilizzata per profumare bevande, vini e liquori. In passato in Inghilterra veniva messa a fermentare in un liquido di acqua e miele per ottenere una bevanda alcolica che veniva utilizzata come base per realizzare una mousse primaverile.