Siamo intorno al 1600, epoca delle esplorazioni europee nel continente sudamericano. Spagnoli e portoghesi rimasero incantati dai coloratissimi fiori di alcune piante indigene. Fra queste, spiccavano i toni caldi del Nasturzio, pianta ormai celebre nei giardini di tutta Europa per le sue splendide fioriture gialle, rosse e arancioni. Avete mai assaggiato uno di questi fiori? E le foglie? In caso negativo rimediate subito! Piuttosto piccantino il loro sapore che ricorda molto il crescione e il ravanello. Meglio consumarle crude, o appena scottate, per non perdere il ricco contenuto di vitamine presenti nella pianta.
Le foglie, di forma tondeggiante e variabili per dimensione, sono talmente lisce da far scivolare l’acqua sulla loro pagina in quello che viene definito “effetto loto”. Le nervature fogliari partono dal centro e i piccioli sono lunghi e glabri. I fiori, piuttosto grandi e carnosi, hanno la corolla prolungata a formare un lungo sperone. Il loro colore oscilla tra il giallo, l’arancio e il rosso.
Originaria del Sudamerica, il Nasturzio viene coltivato nei giardini per scopi ornamentali; spesso seminato o piantato negli orti per sfruttare la sua naturale capacità di tenere lontani gli afidi. Vicino a queste aree può capitare di trovare qualche esemplare spontaneo.
E’ una pianta dal carattere forte. Si mangiano le foglie, complete di picciolo, e i fiori. Tutte queste parti sono piccantine e ricordano molto il crescione, con il quale condivide molte sostanze componenti. In cucina consiglio di consumarlo crudo (o quasi) per mantenere intatte le vitamine di cui è particolarmente ricco. Per esempio, se cucinate un risotto o un sugo, aggiungetelo a fuoco spento o nell’ultimo minuto di cottura. Trovo che si sposi particolarmente bene con uova, patate e salmone.
E’ una pianta dalle molteplici proprietà. Consiglio di consumarla fresca, per esempio sotto forma di succo o centrifugato (60-120 g al giorno) per sfruttarne a pieno i benefici. Controindicato in gravidanza, durante l’allattamento, in caso di ulcera gastrica e nefropatie. Per uso esterno è utile per trattare dermatiti ed eczemi e non presenta controindicazioni.
I fiori ancora chiusi, oppure i frutti, possono essere conservati sotto sale o in aceto e consumati come surrogato dei capperi.