Fresca e disintossicante, un trionfo di sapori differenti, consistenze croccanti o vellutate, un’altalena fra un aroma e l’altro che stupisce ad ogni spinta, un’emozione per gli occhi e un piacere per il palato. Il segreto sta nella sua essenza… Foglie di Favagello, Billeri Primaticcio, Gallium, Songino, Podagraria, Senape Selvatica e Achillea. Foglie e fiori di Primule e Pratoline, fiori colorati di Viole Cornute e Del Pensiero. Non poteva mancare il Tarassaco. Infine, un tocco di Cerfoglio e germogli di Aglio Orsino. Questa è la mia misticanza d’inverno, 100% selvatica.
La parte più difficile di questa ricetta è la raccolta, perché dovrete essere in grado di trovare e riconoscere tutte queste piante. Ma non scoraggiatevi! Il bello della misticanza è che non esiste una ricetta, ognuno può combinare gli ingredienti che desidera, affiancando erbe selvatiche a verdure coltivate.
La ragione per cui ho deciso di condividere con voi questa misticanza, è che desidero darvi un’idea della varietà incredibile di ingredienti selvatici che si possono trovare in inverno, tutti buonissimi crudi. E poi, perché voglio sfatare un falso mito: non è vero che la maggior parte delle erbe spontanee si presenta con un sapore intenso difficile da abbinare. Prendete il Songino, con il suo gusto dolce e delicato, si trova abbondantemente allo stato selvatico (persino in città) e vi assicuro che è mille volte più buono di quello coltivato. Anche il Favagello e il Gallium sono delicatissimi. La Primula ricorda l’anice, il Cerfoglio è fresco e mentolato, e così via… E infine, ancor più importante, le erbe selvatiche sono sino a 100 volte più nutrienti e ricche di principi attivi rispetto alle parenti coltivate. Perciò, anche se non conoscete tutte le erbe che ho scelto di adoperare, non preoccupatevi, iniziate con due o tre, o magari quattro! Il resto verrà da se e la salute vi sarà per davvero riconoscente.